Marina del Nettuno, alla scoperta della Sicilia

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SiciliaBedda, come un’unica parola esclamata con il sorriso sulle labbra e sul cuore. Un’unica espressione di gioia e colori caldi. Di sole e mare. Di pale di fico d’india e vento tra i capelli. Di vino bianco e spritz tra le scogliere. Di spiagge e tavolini bianchi dove ballare su. Senti parlare e gira e rigira e senti di non conoscere la Tua Terra abbastanza.

Ecco perché lì, ai piedi del mio letto, ben scomoda alle volte, che sbatte tra i milioni di libri e le scarpe da tennis, c’è lei la mia valigia. Lì. E quest’estate voglio e farò un super giro della mia Sicilia. Quella che tengo sempre al mignolo sinistro su un anello. Quella che tengo sui miei grandi abiti di lino e sui bei piatti che ancor non so neanche cucinare bene. Sulle ceramiche e sulle mie t-shirt.

Eccola, la Sicilia è lì. Nel mio cuore. Prima tappa del mio tour? Si continua con la costa messinese e due o tre figoni mi hanno consigliato uno straordinario ristorante nuovo.

Marina del Nettuno è un nuovo ristorante che si erge proprio al porto di Messina che offre a tutti una cucina impeccabile plasmata dalla forte creatività di Pasquale Caliri, Chef Alma.

Pasquale, aiutato dall’incredibile location e dai tramonti siciliani che calano sulla banchina, regala una cena che difficilmente si può scordare. Una vista panoramica sul mare e foto e super selfie da fare ai piatti stellati di Pasquale.

Io accetterò i consigli, fate lo stesso anche voi? Marina del Nettuno ha anche un sito. Guardatelo se non ci credete. Io e bamPino abbiamo già la valigia pronta. O meglio, forse solo lui. La mia è sempre ai piedi del letto, disfatta.

@MarinaDelNettunoYachtingClubMessina @pasqualecaliri

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Sole, mare, sorrisi e BLU

Estate  (13)

Una valigia nuova, aperta, lì in mezzo alla camera da letto con vestiti ovunque e tanta potenziale confusione. Tanto sai già che finirai per preparare il tutto due ore prima di salire su quell’aereo che ti porterà lontano. O magari, questa volta, non troppo. L’importante è “Lasciarsi tutto indietro ed andare.”  Mare o montagna poco importa, l’importante è spostarsi. Anche se con il cavolo che ti fai trovare impreparata davanti una giornata di sole con quaranta gradi all’ombra dove i tuoi lunghi mom jeans vorrebbero tanto essere sostituiti da un paio di meravigliosi shorts di pizzo bianchi e lunghi caftani sopra.

Una brioche con granita a colazione, ed un tuffo dove dicono che l’acqua sia sempre un po’ più blu. Degli abiti in seta cuciti a mano ed un aperitivo a suon di Spritz in spiaggia. Magari sotto baldacchini di legno con lenzuola bianche come tetto ed una gran bella musica di sottofondo. Un tramonto rosa. Delle birre. Il pane e le panelle. Il mare e la felicità che, dinnanzi a Lui, diventa “un’idea semplice”. Una di quelle che ti fa pensare al pane e Nutella delle merende con la nonna. Una di quelle che ti rimanda all’idea di lenzuola di lino bianche e gambe nude sotto. Lisce, libere. Da sola o in compagnia. Con un buon libro o una di quelle riviste di moda che tanto ami e forse troppo poco trascuri.

Estate  (16)

I caffè, usati come pretesto più che per voglia. Le birre bevute in pieno centro tra le piazze tipiche di un mercato che ogni mattina lavora e che ogni notte ospita tanti di quei giovani e di buona musica da non sentirsi mai vecchio. Mai stanco.

Le feste in spiaggia, a ballare di notte senza scarpe, senza pensieri e senza pensieri inutili e pesanti. Leggerezza. Il sole e l’afa. Sorrisi a chiunque passi accanto, che sia un bel bambino che costruisce un piccolo castello di sabbia, o che sia un signorotto anziano, magari anche senza denti. Ma sorride lo stesso, incurante delle “finestrelle” aperte lì sulla bocca.

Estatee

I negozietti vintage e fabbriche casalinghe che portano avanti progetti nuovi ogni giorno. Di moda e di vita. Di beneficenza e crisi. E poi i limoni, limoni ovunque. E scorpacciate di ciliegie e Daiquiri in riva al mare. E perché no, anche una passeggiata al faro dell’isola più vicina ed un’immancabile foto in penombra di un gabbiano pronto a volare. L’odore della salsedine, le espadrillas, il silenzio. Quel vestito bianco di pizzo sangallo senza spalline e con una grande collana di coralli rossi al collo. Ed i capelli più belli, fatti di riflessi più chiari e relax evidente. Occhiali da sole tondi e grandi cappelli di paglia che ti fanno credere quasi una diva anni cinquanta fatta di labbra rosse e pois bianchi.

L’orizzonte e cinquanta sfumature di blu, quel blu che solo al pensiero ti da’ serenità. Quel blu che cerchi, brami, sogni fino a quando in Sicilia non ci metti piede.

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