Sapore di Mare, assaggiare il mare con gli occhi e col palato

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Voi l’avete un posto ricco di colori, sapori ed odori che vi infonde calma? Che vi colora l’anima? Uno di quelli che, manchi da anni, torni di sorpresa e lo ritrovi così per com’era? Un po’ casa, un po’ strada. Un po’ mare, un po’ terra. La tua. Quella calda che ti manda via, come una mamma che sa che deve lasciarti andare, e poi ti accoglie a radici aperte.

Ecco. I tramonti che inseguo da anni finiscono sempre ad Aspra. Lì tra le barche colorate e la nuda terra. Le mani callose dei pescatori e “Oh Curù” come barca. I soliti cinque che giocano a briscola davanti il chiosco dei gelati e tanti piccoli localini, uno dopo l’altro, in fila indiana, di fronte il lungo mare asprense.

Lì c’era una piccola bambina, scura con gli occhi grandi ed una voce così squillante da volerla tendenzialmente strozzare. Una che invece poi mi ha fatto conoscere uno di quei tanti piccoli localini, tanto da farmene innamorare. Gabriella, autrice di avventure ineffabili e mangiate altrettanto indicibili, mi ha fatto assaporare il vero “Sapore di Mare”.

In via Francesco Tempra ecco che l’amore per il mare di Salvatore si fonde a quello della cucina del signor Mimmo, e si sposano bene creando piatti meravigliosi.

Con esperienza familiare lunga generazioni e generazioni, Salvatore ed Anna Rita, innamoratissimi di Aspra e l’uno dell’altro, ecco che hanno creato un modo di vedere il circondario con una novità. Hanno creato l’AperiFISH.

Un piatto, che ragazzi miei, strabordava di cose fin troppo succulente per lasciare nel piatto.

Cosa importante è che i piatti, di giorno in giorno, sono diversi tra loro. Si sposano con un Bianco di Nera o Spritz secondo i gusti di ciascuno e colorano i tramonti asprensi in silenzio.

Io ho scelto, appunto, un bianco di nera da abbinare a piccoli pesciolini che ho mangiato per la prima volta in vita mia, detti in zona, “maccarruneddi”. E poi c’ho bevuto su, tanto su. Che ne sapevo mica fossero così buoni? Ah, e ho mangiato tutto tutto. Anche l’occhio. Mi merito un premio? Ora basta che altrimenti sembro una stronza e mi denunciano alla sede centrale dei vegani, se esiste.

Poi un po’ di caponata, tipica sicilianità color rosso amaranto ed un crostino alla salsa tonnata.

C’era poi il polpo, il cocktail di gamberi, la salsa rosa un po’ ovunque e le cozze.

Sarei capace di mangiare cozze in qualunque modalità. Quelle di ieri, per esempio, lo Chef Mimmo le ha fatte gratinate con mollica. Ed io le ho mangiate tutte e tre, senza complimenti. Ma da brava Giufà, già dalla prima la mia maglia bellissima bordeaux era sporca. Con tanto di macchia di salsina rosa su tetta destra.

E non vi dico che alla fine il vino di Gabriella l’ho bevuto io e lei ha preferito lo Spritz. E poi la Coca Cola. Non vi dico che per fare l’OnTheTable mi sono arrampicata, con tanto di gonna di pelle, sopra la sedia davanti a tutti.

Non vi dico che sono caduta tra le barche per fotografare il tramonto mozzafiato “asparioto”.

Non ve lo dovrei dire, ed invece ve l’ho detto.

Ogni giorno, fate come me: facciamo aperitivo, ma aperitivo serio, alla modica cifra di soli dieci euro. Con vino e pesce a tignitè. E, concedetemelo, il tignitè. L’aria di casa che si respira in questo posto è tale da dimenticare le congetture ed i pensieri pesanti. O forse quello è solo il vino?

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@saporedimareaspra

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